Roma, vice preside istituto Einaudi: “Con Premio Digitale generiamo futuro”

ROMA – “Lo spirito del premio è mettere al centro i ragazzi, renderli protagonisti attraverso la creatività e l’uso del digitale, da intendere non solo come uno strumento ma come un modo di fare cultura e attraverso cui esplorare il proprio futuro”. Ne è certa la professoressa Marina di Foggia, referente del progetto ‘Premio Scuola digitale’ per l’Istituto ‘Einaudi’ di Roma, scuola referente ministero dell’Istruzione per il Premio Scuola Digitale, nella fase provinciale e regionale del Lazio.

In attesa della fase regionale che si svolgerà a partire da maggio e quella nazionale prevista per il prossimo anno, il 21 aprile sarà possibile seguire in diretta streaming la premiazione delle 12 scuole finaliste della fase provinciale. La professoressa di Foggia che segue il progetto da tempo, ha messo in risalto la preparazione degli studenti che riescono ogni anno a proporre “prodotti altamente qualificati che fanno emergere quelle competenze trasversali, oggi tanto richieste alle scuole. È inoltre un progetto– continua- che incide sul tipo rapporto stabilito con il professore: l’idea e la realizzazione dei lavori è interno al gruppo classe, grazie al mutual learning che si genera tra ragazzi: al professore spetta affiancare e sostenere i giovani se incontrano difficoltà ma non è lui l’attore principale”, spiega la docente.

Le varie fasi permettono a tutti gli istituti, dal nord a sud e dal centro alla periferia, di mettere in luce il proprio dinamismo, e la loro carica innovativa facendo emergere, a detta della di Foggia, non solo il valore e il lavoro attribuito alla scuola – spesso eclissato dai giornali – ma anche la capacità di fare rete, che rende il premio, una grande competizione corale e inclusiva. “I premi in denaro permettono alla scuola di realizzare i progetti ma non si tratta di una competizione per essere il migliore, ma una sfida aperta dove l’unico vero obiettivo è produrre qualcosa che troverà spazio di realizzazione”, spiega la referente.

A giudicare il lavoro, giurati che, pur provenendo da ambiti specifici, orbitano intorno alle nuove metodologie didattiche e all’innovazione. Nonostante le limitazione imposte dalla pandemia, il progetto non ha mai avuto battute di arresto, racconta ancora la professoressa: “Prima bisognava scegliere una location, oggi cerchiamo di mettere a frutto tutto quello che la cultura digitale può offrirci”. Con il Premio Scuola Digitale ci si propone quindi di rendere i ragazzi attori e non spettatori della scuola, e lo si fa partendo proprio dal loro linguaggio: “Un linguaggio diverso dal passato, che passa per il digitale, che rappresenta il futuro”.

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