Classifica avulsa, chi è costei?
In questi giorni se ne sta già parlando molto, e da qui alla fine del campionato di Serie A sarà meglio farci l'abitudine e capire bene cos'è e come funziona.
Ma soprattutto, avulsa da cosa?
A che cosa serve
Il termine nasce per dirimere la questione nel caso di arrivo a pari punti in classifica tra due o più squadre, e in tal caso viene presa in considerazione una classifica avulsa, cioè separata, da quella reale, una mini-graduatoria che riguarda soltanto le due o più squadre arrivate al termine del campionato con lo stesso numero di punti. La questione è tutt'altro che secondaria, a maggior ragione quest'anno in cui stiamo assistendo a un torneo tanto incerto, con la classifica che cambia di giornata in giornata e cinque squadre in lotta per i tre posti restanti per la qualificazione alla prossima Champions League. Con l'Inter campione d'Italia già certa del posto, Atalanta, Juventus, Milan, Napoli e Lazio sono ancora tutte in piena corsa.
Giocare o meno la Champions è vitale per le casse delle società, ma lo stesso piazzamento finale in campionato può fare la differenza: i criteri del market pool stabiliscono che la prima classificata in campionato (in questo caso l'Inter) guadagni 10 milioni, la seconda 7,5, la terza 5 e la quarta 2,5. E in un momento in cui i conti sono in grave sofferenza, entrare nella competizione più ricca o restarne fuori fa una bella differenza.

I criteri della classifica avulsa
Come funziona la classifica avulsa? Il regolamento del campionato prende in considerazione diversi criteri, da seguire rigorosamente in questo ordine: per prima cosa si guardano i punti negli scontri diretti o, in caso di parità (se una squadra ha vinto l'andata e l'altra il ritorno o se entrambe le gare sono state pareggiate) la differenza reti negli scontri diretti. In questo momento, ad esempio, Napoli e Juventus sono pari sia nei punti negli scontri diretti che nella differenza reti nelle due gare (Juventus-Napoli 2-1 all'andata, Napoli-Juventus 1-0 al ritorno), quindi si passa al terzo criterio, quello della differenza reti generale in classifica. Se nemmeno questo dovesse bastare si guarda il numero totale dei gol realizzati. Da ultimo, ipotesi mai capitata prima d'ora, il sorteggio.

Occhio alla classifica
Qualificarsi alla Champions League è così importante da essere considerato come l'altro scudetto, quello che non viene cucito sulle maglie ma i cui benefici si fanno sentire nelle casse delle società, sicure di incassare non meno di 50 milioni per il solo fatto di esserci.
Se la Serie A finisse oggi, in Champions andrebbero (oltre all'Inter) Atalanta, Juventus e Milan. Ma da qui in avanti può ancora capitare di tutto, perché con quattro partite ancora da giocare il calendario promette spettacolo, tra scontri diretti (come quello tra Juventus e Milan o quello tra Atalanta e Milan all'ultima giornata) e sfide contro squadre impegnate nella lotta per non retrocedere e bisognose di punti.
Se si arrivasse in perfetta parità tra tutte e cinque, in questo momento le tre squadre premiate dalla classifica avulsa sarebbero Atalanta, Napoli e Juventus, che negli scontri diretti con le altre pretendenti hanno fatto più punti (13 l'Atalanta, 12 il Napoli e 11 la Juventus). Niente da fare per Lazio (10 punti, ma con le otto gare incrociate già giocate tutte) e Milan (6), la squadra che quindi dovrà fare di tutto per evitare un arrivo ex aequo con le altre, ma che può ancora contare su ben due scontri diretti contro Juventus e Atalanta.

La classifica sarà anche avulsa, le emozioni proprio no, e accompagneranno i tifosi per tutti i 360 minuti che restano alla fine del campionato.
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