ROMA (ITALPRESS) – “Il ruolo degli Youth worker, gli animatori socio-educativi, è fondamentale per la tenuta della coesione sociale e territoriale nel nostro Paese. Per questo, in Italia, così come già avvenuto in altre nazioni europee, il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale insieme ad Agenzia Nazionale per i Giovani stanno muovendo i primi passi per il riconoscimento giuridico della professione di Youth worker, come annunciato anche di recente dal ministro Vincenzo Spadafora”. A dichiararlo è Lucia Abbinante, direttrice generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani in occasione del 3rd European Youth Work Convention, organizzata dal Ministero federale tedesco per la famiglia, gli anziani, le donne e la gioventù (BMFSFJ) e dall’Agenzia Nazionale tedesca Jugend fùr Europa.
“L’incontro – si legge in una nota – ha offerto un’opportunità unica per disegnare un quadro strategico europeo per sviluppare e rafforzare ulteriormente le pratiche e le politiche dell’animazione socio-educativa in tutta Europa. Sono circa 1.000 i rappresentanti presenti della comunità dello youth work provenienti da 50 Paesi europei: stakeholder dello youth work a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, organizzazioni, formatori, ricercatori ed educatori, Istituzioni europee e Agenzie Nazionali”.
E’ stimato che in Europa siano operativi circa 2 milioni di Youth Worker. Diversi sono gli ambiti della loro azione: dall’inclusione dei giovani rischio povertà o di esclusione sociale, l’accessibilità ai servizi sociali, all’assistenza a domicilio o presso le comunità, l’abbandono scolastico e la povertà educativa, la prevenzione dei rischi naturali, la diversità di genere, la transizione verde e digitale.
“L’Italia è presente alla convention con una delegazione guidata dal Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Agenzia Nazionale per i Giovani. La delegazione, che vedrà il coinvolgimento di ulteriori attori per proseguire il processo di riconoscimento della figura professionale in Italia, è composta da animatori socio-educativi, ricercatori, formatori, organizzazioni del settore, decisori politici regionali e locali. Soggetti che, ad ogni livello, hanno sviluppato expertise e buone prassi nel contesto dello youth work”, afferma Flavio Siniscalchi, Capo del dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale.
Il riconoscimento del ruolo dello youth work come leva determinante nel lavoro di contrasto dell’esclusione sociale, di rafforzamento della coesione territoriale e sociale e come leva per la formazione delle competenze per lo sviluppo dei giovani come persone e come cittadini attivi è centrale nelle politiche europee e, in questo contesto, l’animatore socio-educativo per i giovani, come viene definito lo youth worker in italiano, è considerato dall’Unione europea tra le nuove figure professionali più importanti da incentivare e sostenere in tutti gli Stati membri.
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