Rifiuti Lazio, arresti domiciliari per la dirigente Flaminia Tosini e Valter Lozza

ROMA – La trasformazione della discarica per i rifiuti inerti di Monte Carnevale, a nuovo sito di smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento della Capitale. È questo al centro dell’inchiesta della Procura di Roma che ha portato i Carabinieri del Comando tutela ambientale ad eseguire un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Flaminia Tosini, direttore Ciclo dei rifiuti della Regione Lazio e di Valter Lozza proprietario della Ngr e già proprietario della Mad, società che nel Lazio gestisce le discariche di Roccasecca e Civitavecchia. Secondo quanto si apprende le accuse sarebbero quelle di corruzione e concussione.

IL GIP: “TOSINI GOVERNAVA ILLECITAMENTE LA GESTIONE DEL CICLO DEI RIFIUTI NEL LAZIO”

La direttrice dei rifiuti del Lazio, Flaminia Tosini, era totalmente asservita agli interessi dell’imprenditore dell’immondizia, Valter Lozza, e ha governato “illecitamente” la gestione del ciclo regionale del pattume. È quanto emerge dalle 104 pagine di ordinanza di custodia cautelare per i due firmata dalla gip Annalisa Marzano, su richiesta dei procuratori aggiunti di Roma, Paolo Aiello e Nunzia D’Elia, che hanno aperto un’indagine per corruzione, concussione, falso ideologico e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente fino ad arrivare agli arresti domiciliari effettuati stamattina dai Carabinieri del Noe.

Una operazione che non riguarda solo la scelta della nuova discarica di Roma, nella ex cava di Monte Carnevale, ma anche l’ampliamento delle discariche di Roccasecca e Civitavecchia, in provincia di Frosinone e Roma, di proprietà della Mad di Valter Lozza, e il capping della discarica di Bracciano.

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Si tratta di un meccanismo criminoso, ben collaudato, estremamente pericoloso e pregiudizievole sia per la corretta e trasparente individuazione di un sito idoneo alla destinazione dei rifiuti solidi urbani della Capitale, che nella complessiva gestione degli interessi inerenti la gestione delle attività dedite allo smaltimento dei rifiuti e alla gestione delle discariche”, si legge nel provvedimento della Gip, secondo la quale “il quadro probatorio raccolto nel corso delle indagini svolte ha svelato con sconcerto che il ciclo integrato dei rifiuti urbani della Regione Lazio è illecitamente monitorato è governato da Flaminia Tosini. Costei nella qualità di direttore regionale della direzione Politiche Ambientali e ciclo dei rifiuti anziché destinare le proprie conoscenze tecniche e le proprie funzioni all’interesse pubblico, e in particolare al bene pubblico per eccellenza quale quello della salubrità dell’ambiente, destinava il proprio ufficio e l’intero reparto dedicato al ciclo integrato dei rifiuti, nel quale si muoveva con straordinaria disinvoltura, agli interessi privati di Valter Lozza, con il quale intratteneva una relazione extraconiugale condividendone, però, anche gli affari“.

Tosini aveva ricevuto da Lozza “oggetti preziosi di consistente valore: borsa, orologio, bracciale marca Cartier, orecchini” ma non solo. “La mole di conversazioni captate nel corso delle indagini, dopo un faticoso ed estenuante tentativo di sorprendere la Tosini in dialoghi non criptati, ha permesso di svelare come costei si dedichi, anima e corpo, a tessere relazioni e a muovere pedine per favorire l’attività imprenditoriale del Lozza, agevolata dalla posizione apicale ricoperta all’interno della Regione Lazio”. La complessiva piattaforma accusatoria ha “svelato come il totale asservimento delle funzioni pubbliche dell’indagata agli interessi privati del Lozza avesse come contraltare la promessa di una buona fetta dei vantaggi economici e finanziari conseguiti dall’imprenditore grazie alla costante e progressiva espansione imprenditoriale; tale intendimento aveva riscontro immediato nelle periodiche e generose regalie di cui la dirigente ha ampiamente beneficiato”.

“L’intero dipartimento della Regione Lazio, cruciale per la salvaguardia dell’interesse ambientale del territorio laziale, a causa delle condotte illecite poste in essere dalla sua dirigente, Flaminia Tosini, è stato totalmente ripiegato sugli interessi privati di Valter Lozza”, continua la gip Marzano nella ordinanza di custodia cautelare. Secondo la giudice per le indagini preliminari, Tosini “pur ricoprendo un incarico piuttosto delicato, con una straordinaria astuzia e inconsueta disinvoltura, ha manipolato la procedura amministrativa volta alla individuazione della prossima discarica di rifiuti solidi urbani della Capitale e lo faceva ricorrendo ad indebite scorciatoie”. Non solo. “Non contenta, orientava le determinazioni regionali – in tema di rifiuti – agli interessi dell’amico imprenditore che gestiva anche le discariche di Civitavecchia e Roccasecca: nel primo caso assicurando a Lozza l’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi di Civitavecchia e nel secondo caso riuscendo a manipolare le determinazion i di altri organi dello Stato (la Presidenza del Consiglio dei ministri) assicurando a Lozza la conferma dell’innalzamento della quota della discarica di Roccasecca (a mt 16,70 come stabiliti originariamente dalla Regione Lazio)”. Per la gip “gli innumerevoli servigi resi a Lozza, in dispregio di ogni minima regola di trasparenza e imparzialità della Pubblica amministrazione, hanno descritto una donna totalmente indifferente ai risvolti pericolosi delle sue illecite determinazioni, ma hanno anche delineato lo spregevole tratto affaristico che ha governato e orientato gli indebiti comportamenti del funzionario pubblico”.

Tutto ciò “anche grazie all’astuzia e alla scaltrezza di Lozza, il quale, consapevole della carica apicale e strategica diella Tosini, ne approfittava per un verso consolidandone la relazione affettiva mediante l’astuto ricorso a regali dall’ingente valore economico e su altro versante rassicurandola sulla condivisione dei profitti conseguiti”. E ancora: “I contatti e le aderenze che Flaminia Tosini e Valter Lozza possiedono, ciascuno nel settore di competenza, connotano di concretezza e attualità il pericolo che il protrarsi di illecite condotte possa sfociare in determinazioni amministrative ancor più pericolose per la collettività (ad esempio destinando il sito di Monte Carnevale a discarica di Rsu della Capitale), così come il permanere della Tosini nell’ufficio opubblico da costei diretto sarebbe certamente foriero di indebite pressioni, di pregiudizievoli manipolazioni, di illecite determinazioni”.

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