Sui farmaci generici pesa il costo di produzione

ROMA (ITALPRESS) – A parità di merce prodotta e a parità di materiali e risorse utilizzate per la produzione, nel 2022 i costi totali di produzione dei medicinali generici in Italia sono cresciuti rispetto al 2021 del 21%, per una cifra pari a circa 937 milioni. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Nomisma sul “Sistema dei farmaci generici in Italia”, la cui edizione 2022 è stata presentata da Nomisma e Egualia. Dai dati di analisi emerge un rialzo dei prezzi continuo e trasversale di tutte le componenti durante il triennio con la voce per l’utilizzo di fonti energetiche che già nel 2021 inizia a impostarsi al rialzo: per tutte e voci il rincaro complessivo nei tre anni è compreso tra il 31% e il 51%. Dai dati risulta evidente che i principi attivi (API) rappresentano solo una piccola porzione dei costi necessari per l’immissione di un farmaco sul mercato: fatto 100 il costo di produzione, a pesare maggiormente è il costo dei materiali di confezionamento, che nel triennio fanno registrare un’incidenza attorno al 20%, mentre principi attivi ed eccipienti rappresentano rispettivamente il 14% 1e il 10% circa del totale. Particolare riferimento va a tutti i materiali di confezionamento primario e secondario, su cui variazioni di prezzo persistenti possono creare condizioni di grande difficoltà per le imprese che ne fanno uso estensivo, incidendo di fatto per circa un quinto del totale dei costi. Casi eclatanti l’alluminio, arrivato a costare nel I semestre 2022 il 37% i più rispetto allo stesso periodo del 2021 (+60% rispetto al I semestre 2019); il polietilene e il vetro, cresciuti del 9% nello stesso periodo.
“Il rapporto evidenzia alcune criticità del momento che sono di doppia natura, la prima è relativa all’incremento dei costi, la seconda nella reperibilità dei principi attivi”, afferma Enrique Hàusermann, presidente di Egualia. “Oggi, inoltre, mancano determinati farmaci perchè non c’è stata dopo il 2020 un’adeguata politica industriale per riportare le produzioni di determinati principi attivi in Europa”, conclude Hausermann.
Per Lucio Poma, chief economist di Nomisma e coordinatore scientifico dello studio, “tutta la trasmutazione in atto può essere riassunta nel termine ‘incertezzà. Le aziende sono costrette – senza averne gli strumenti – a passare da un’organizzazione basata sulla gestione del rischio a un sistema basato sulla gestione dell’incertezza. Per questo sono indispensabili policy di sostegno che aiutino le imprese ad intraprendere una nuova traiettoria organizzativa”.
(ITALPRESS).
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